Hai fatto caso come la memoria sembri non avere notti o mattine?
Ogni immagine è come sospesa in una luce indipendente, senza orario, come di un set teatrale attentamente disposto da mani sapienti.
Vedi i volti, senti i suoni, annusi gli odori di una rappresentazione richiamabile a volontà.
E non hai nemmeno l’obbligo di rivederla tutta. Puoi perfino modificarla, in qualche dettaglio, integrarla con particolari nuovi.
Come quando vedo il tuo viso. Mi capita sai? A volte… non lo cerco nemmeno. Ci inciampo sopra, a tradimento.
Gli occhi, il sorriso. Sei lì, in una dimensione astratta. Eppure, a giudicare dalla stretta che avverto distintamente nella pancia, sei lì davvero. E mi manchi da morire.
Ti parlo, o meglio cerco di farlo. Ma non è possibile. Rimango lì, davanti a te, cristallizzato in una fotografia immateriale. E’ un istante di un momento di una vita che ora non c’è. Non so nemmeno se ci sia mai stata. Non so, non riesco a capire e non saprò mai se la mia realtà interiore sia stata anche la tua oppure no. Io c’ero. Ma tu?
A volte ci si dice si, ma dentro, in noi, quel sì ha un colore diverso e tu non puoi saperlo. il sì in fondo è solo una convenzione per degli atti apparentemente condivisi. Quello che li accompagna però, il significato ed il sapore interiore è inesplicabile a chiunque altri che non sia tu.
Così, rimango a guardarti. Sospeso in un ricordo senza mattine… che fa solo male. Anche se non so perché, o magari si che lo, accidenti, ma é meglio che lo dimentichi.
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